Quadrimestre da urlo per i videogiochi su blockchain
Qualche tempo fa avevamo ipotizzato che, in pieno periodo di Covid-19, uno dei settori maggiormente favoriti dall’atipica situazione fosse quello relativo all’ambito videoludico. Conseguentemente, sembravano poter godere di maggiore spinta anche le aziende di videogames operanti con la tecnologia blockchain.
Ma la pubblicazione del bilancio del primo quadrimestre per l’azienda Animoca Brands, prima azienda ad occuparsi dello sviluppo di videogiochi basati sul registro decentrato, conferma tutte le ipotesi formulate qualche settimana fa.
Cos’è Animoca Brands?
Animoca Brands è un provider di Hong Kong con sedi in Canada, Finlandia e Argentina. Sfruttando la blockchain e svariate tecnologie di intelligenza artificiale, ha prodotto un ampio ventaglio di videogiochi destinati agli strumenti mobili (come smartphone o tablet), come The Sandbox, Crazy Kings, Formula 1, Garfield e molti altri.
Animoca Brands ha, come partner, svariate società specializzate nello sviluppo della blockchain (come Lucid Sights o Dapper Labs).
Un quadrimestre incredibile
L’azienda con base a Hong Kong ha reso noti gli incassi della prima parte del 2020: ha registrato entrate per 7,34 milioni di dollari nei primi quattro mesi del 2020, nel bel mezzo dell’epidemia di COVID-19.
Il primo trimestre è stato il migliore della storia per Animoca Brands, con ricavi pari a 4,33 milioni di dollari. Nel mese di aprile, un ulteriore record: 3 milioni di dollari di fatturato.
Alla fine di aprile, Animoca Brands deteneva 6,08 milioni di dollari in asset sia fiat che crypto. Circa 770.000 sono stati investiti in Bitcoin (BTC) ed Ether (ETH), mentre 1,12 milioni in altre altcoin.
Animoca ha sottolineato che questa crescita è il risultato del grande successo riscontrati dai non-fungible token (NFT) dei suoi giochi.
Animoca Brands e i token
Il presidente della società, l’imprenditore di Hong Kong Yat Siu, ha da tempo dichiarato di credere enormemente (e non potrebbe essere altrimenti) nell’utilizzo dei token all’interno dei videogiochi su blockchain, cambiandone la prospettiva di utilizzo e affermando che i gettoni virtuali potranno essere paragonati ai diritti di proprietà dell’Europa Feudale, intesi come veicoli di remunerazione per il tempo trascorso a giocare al videogame.
Videogiochi e covid-19
Yat Siu, nel canale youtube dedicato alle informazioni finanziarie Proactive ha rilasciato un’intervista ammettendo come il coronavirus sia stato un importante veicolo utile alla crescita del numero di utenti, pur ammettendo che alcuni di essi potrebbero smettere di giocare una volta che la situazione si sarà normalizzata.
In ogni caso, Siu ritiene che il lockdown imposto dai governi per contrastare il coronavirus abbia promosso una sorta di cambiamento radicale dei comportamenti, che a suo parere durerà nel tempo. In base a questo, l’auspicio del businessman di Hong Kong è che i videogiochi possano divenire, già dalla fine di quest’anno, un elemento centrale del mercato dell’intrattenimento.
I videogiochi su blockchain in auge
Vi sono videogiochi su blockchain che, in questi mesi, hanno registrato dei picchi di successo incredibili. Primo fra tutti, Formula One Delta Time: gioco straordinario in cui si deve coltivare e far crescere la propria scuderia e la propria vettura, per competere con i grandi campioni.
High Fidelity, poi, è l’evoluzione del celebre gioco Second Life, basato stavolta sulla crescita di un alter ego del videogiocatore. Tale crescita si compie con la compravendita dei beni utili a cibarlo, vestirlo, farlo divertire. Questo gioco ha una sua specifica criptovaluta.
O ancora: MegaCryptoPolis , basato su Ethereum, che è la versione contemporanea di Simcity: vanno comprati ed edificati terreni virtuali, che poi si potranno vendere al fine di ottenere un ricavo.
Pur non di Animoca Brands, merita una menzione Soccer Manager Elite, in cui ogni giocatore può definire il suo ruolo all’interno di una società di calcio virtuale: può essere manager, azionista o agente e con i propri investimenti in cripto può migliorare la squadra, come in una vera società professionistica.
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