In pensione con Bitcoin? Ora si puo’
Le pensioni, si sa, sono sempre state un argomento spinoso facente parte della macroeconomia italiana. Troppo basse, troppo tardi, troppo diverse: nel nostro paese costituiscono continuamente una (spesso giusta) polemica. E siamo pronti a scommettere che in tutto il mondo funzioni così.
Ma quanto comunicato dall’azienda americana Bitwage, pochi giorni fa, offre una prospettiva del tutto diversa e allettante: un piano pensionistico basato su Bitcoin.
Cos’è Bitwage?
Bitwage è una azienda californiana specializzata ormai da anni nel regolare il pagamento tra aziende ed utenti in criptovalute.
La società fornisce depositi diretti di Bitcoin dal 2014 e serve oltre 30.000 lavoratori. I dipendenti, i liberi professionisti e gli appaltatori indipendenti possono ricevere dai loro clienti o datori di lavoro qualsiasi percentuale delle loro remunerazioni in criptazione.Si servono da tempo di Bitwage anche aziende come Amazon, Google o Apple: i dipendenti che lo desiderano, infatti, stipulano un accordo con la propria società affinchè una porzione della loro busta paga sia conferita in Bitcoin o Ethereum, cercando – in questi anni – di scovare allo stesso tempo qualsiasi eventuale beneficio fiscale consono a questa operazione.
Fatta questa premessa, la notizia di oggi arriva per bocca del ceo di Bitwage Johnatan Cester, che ha annunciato che tra i servizi di Bitwage esiste da questo momento anche un piano pensionistico per i propri affiliati che potranno scegliere di andare letteralmente in pensione con Bitcoin .
I dettagli del piano
Nonostante fino a pochi anni fa la terza età americana, stando ai sondaggi, rifiutasse piuttosto nettamente l’idea delle criptovalute, è anche vero che il tempo passa inesorabilmente per tutti e, a poco a poco, i “nuovi anziani” potrebbero progressivamente gradire sempre più l’utilizzo delle monete elettroniche.
Alla luce di questo, Bitwage, in collaborazione con aziende leader nelle soluzioni pensionistiche (realtà che nello specifico si occupano di aspetti amministrativi e legislativi) ha reso nota l’idea del piano pensionistico, attualmente già richiedibile.
In due parole, dopo aver ricevuto i fondi, questi saranno convertiti per ogni periodo di pagamento e gli impiegati, in collaborazione con Bitwage, dovranno decidere progressivamente nel tempo se comprare o vendere dollari o Bitcoin, con l’azienda che nel frattempo ne gestisce il patrimonio. Volendo, all’operazione è possibile affiancare anche un massiccio acquisto di asset di una delle aziende che affiancano Bitwage.
Una nuova prospettiva?
Forse nessuno ci aveva realmente pensato fino ad ora, ma dopo 10 mesi di test Bitwage potrebbe aver trovato il cosiddetto “uovo di colombo”. Quantomeno per il sistema finanziario americano.
Infatti, questo sistema viene definito 401k Bitcoin, dove 401k è l’acronimo usato per definire ogni piano pensionistico statunitense.
Col modulo 401k, del resto, sono consentiti investimenti in dollari al lordo delle imposte con risconti sulle imposte sul reddito fino all’età pensionabile ; consente altresì investimenti in dollari al netto delle imposte senza obblighi fiscali sulle plusvalenze per prelievi.
Data la totale inquadratura fiscale, quindi, la strada tracciata promette numerosi avventurieri digitali.
E in Italia?
Beh, qui di certo siamo ancora lontani da una soluzione come quella che si sta concretizzando oltreoceano. Per ora, l’andare in pensione con Bitcoin risulta non fattibile.
Tuttavia, nessuno ci vieta di comprare Bitcoin oggi e “holdare” come si fa con qualsiasi bene-rifugio: sia mai che un domani, all’inizio della nostra età pensionabile, non si sia fatto un affare a comprare delle frazioni di BTC molti anni prima…
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