Il kit diagnostico per Coronavirus sbarca su Blockchain

Abbiamo visto come, in questi giorni, la tecnologia blockchain sia stata fondamentale per l’individuazione e la lotta alla fake news, all’interno di un contesto di emergenza sanitaria mondiale dovuta al famigerato Coronavirus.

Ma all’orizzonte, per la suddetta tecnologia, c’è molto altro.

Due ditte padovane, infatti, vogliono sfruttare la blockchain nel settore diagnostico.

Un sistema di certificazione

All’inizio di aprile, due aziende padovane, la EZ lab – il cui core business è esattamente legato alla blockchain- e AB Analitica, ditta specializzata nella produzione di sistemi diagnostici, hanno unito le forze in questo momento di enorme difficoltà globale, coniando degli utilissimi kit diagnostici per l’identificazione del virus Covid-19 tracciati grazie alla tecnologia blockchain.

AB Analitica, peraltro, è anche una delle 11 realtà, di cui solo 3 italiane, indicate in una circolare del 3 aprile del Ministero della Salute come produttori certificati di kit diagnostici per il nuovo Coronavirus. Pertanto, questo prodotto dovrebbe assumere grosso rilievo a livello internazionale.

L’obiettivo dell’intesa tra le due società è il garantire agli operatori di laboratorio, tramite la semplice lettura di un QR Code posizionato sulla confezione, di essere in possesso di materiale a norma di legge e dalla provenienza certificata.

Il sistema di tracciabilità tramite blockchain fornito da EZ Lab sarà applicato sul kit diagnostico RQ-2019-nCoV, interamente progettato e prodotto all’interno di AB Analitica, già disponibile sul mercato e fornito ai laboratori del territorio che effettuano i test diagnostici e di screening.

Il kit di nuova concezione permetterà di analizzare in circa 3 ore fino a 100 campioni provenienti dai tamponi nasofaringei, in grado di estrarre il cosiddetto RNA virale, allo scopo di amplificarlo e duplicarlo in pochi secondi al fine di individuare l’eventuale presenza di infezione da Covid-19. In una giornata lavorativa è in grado di analizzare fino a 400 campioni. Il che, vedendo gli insoddisfacenti numeri raggiunti fino ad oggi, pare davvero un bel traguardo.

Kit diagnostici blockchain

«Siamo soddisfatti di poter proseguire una partnership con AB Analitica che avevamo inaugurato già un anno fa, collaborando sui biomarcatori per la diagnostica personalizzata in ambito oncologico” – afferma Massimo Morbiato, Ceo e fondatore di EZ Lab –. “Andremo ad applicare la blockchain su tutti i kit, in modo che chi li acquisterà avrà la garanzia della loro provenienza. Mettiamo la nostra innovazione al servizio degli operatori sanitari per dare loro più sicurezza, in un momento in cui è ancora più necessario garantire materiale sanitario a norma».

EZ Lab, azienda patavina che ha aperto i battenti nel 2014, risulta essere l’unica azienda italiana ad aver conseguito il “break-even” di bilancio utilizzando unicamente progetti blockchain,  e questo la pone in una situazione di leadership del mercato, sia in Italia che in Europa.

La consueta utilità di Blockchain

Quanto al progetto in questione, si tratta dell’ennesima riprova della versatilità della blockchain che si mette in questo caso al servizio del sistema sanitario; sistema che mai come in questo momento ha bisogno di certezze.

Sarebbe auspicabile, a questo punto, prevedere una simile “certificazione” anche per quanto riguarda altri presidi medici che stanno diventando di prima necessità come le mascherine o i prodotti igienizzanti su cui vari profittatori stanno cercando di lucrare illegalmente.

Con l’utilizzo della blockchain, infatti, i vari presidi potrebbero rientrare all’interno di una sorta di “filiera certificata” nella quale nessuno potrebbe applicare ricarichi e il sistema stesso garantirebbe circa la bontà e la provenienza dei prodotti in questione.

Vista la difficoltà di reperimento di suddetti prodotti nel nostro paese, forse la blockchain risolverebbe in toto il problema.

Articolo precedente

Articolo successivo