Halving Bitcoin 2020: fatto!
Dopo averlo atteso per settimane, l’halving di Bitcoin è avvenuto lunedì 11 maggio alle ore 21:23 italiane, grazie ad una celebre mining pool cinese. E’la terza volta che accade nel corso della sua (giovane) storia: in precedenza tale fenomeno era avvenuto nel 2016 e prima ancora nel 2012.
Ma cosa è successo nei fatti? E quali sono le conseguenze per il Bitcoin?
Halving Bitcoin: che cosa è successo
Nel momento in cui è stato minato il blocco numero 630.000 della blockchain di Bitcoin, come largamente anticipato, è scattato il meccanismo automatico per cui la ricompensa ai miner è stata dimezzata da 12,5 a 6,25 per blocco risolto.
Come detto in precedenza, è la terza volta che avviene tale fenomeno, programmato da Satoshi Nakamoto per preservare la sua preziosa criptovaluta dai fenomeni inflazionistici: nel 2012 si è passati da 50 BTC di ricompensa a 25, mentre nel 2016 da 25 a 12,5. Il prossimo halving avverrà tra altri 210 mila blocchi risolti e la ricompensa scenderà ancora, a 3,125 BTC.
Gli effetti dell’halving sul Bitcoin
Con questa manovra, del resto, si passa da una creazione media di 1800 Bitcoin al giorno a circa 900; questo fa sì che, unitamente a tutte le monete in circolazione sulla rete, il tasso di inflazione monetaria relativa alla regina delle criptovalute passa dal 3,5% degli scorsi anni ad un risicato 2% annuo.
L’effetto, a lungo termine, potrebbe essere estremamente profittevole: tale percentuale, infatti, non solo fa sì che Bitcoin sia forse la meno inflazionata tra tutte le monete presenti al mondo, ma anche rende BTC attualmente meno inflazionato dell’oro, il bene-rifugio per eccellenza.
Grazie a questo fattore, del resto, si prevede un possibile incremento del prezzo, qualora la domanda di BTC sul mercato dovesse rimanere costante (o aumentare) rispetto agli ultimi anni.
Il prezzo di Bitcoin adesso
Dopo gli scorsi halving, abbiamo notato prima qualche giorno di stallo subito dopo il dimezzamento delle ricompense, per poi riscontrare un aumento di prezzo dovuto al fatto che a fronte di una produzione minore la domanda non è mai calata.
A pochissime ore dal memorabile avvenimento risulta difficile fornire indicazioni precise circa il trend che Bitcoin prenderà nelle prossime settimane, tuttavia è doveroso riscontare che dopo una grossa contrazione avvenuta il giorno 10, la più celebre delle cripto ha passato l’halving attorno quota 8700$, per poi vivere fin dal giorno 12 una lenta ma costante risalita. Al momento della stesura di questo articolo, Bitcoin veleggia a 9300$, in costante ascesa.
Chissà quando potrà raggiungere la soglia dei 10000$, accarezzata per qualche ora la scorsa settimana.
L’effetto collaterale dell’halving
Dal punto di vista tecnico, in effetti una prima ripercussione inaspettata pare si stia verificando.
Ci si aspettava un crollo dell’hashrate, ovvero della difficoltà computazionale per risolvere i blocchi; invece, almeno nei primi giorni post-halving, si è attestata ad un valore particolarmente elevato, tecnicamente definibile in 121 exahashes al secondo (EH/s), nuovo massimo storico per il Bitcoin. Il precedente record era infatti di 118 EH/s.
Monitoreremo nelle prossime settimane se questo valore scenderà come si pensava oppure se continuerà a salire.
E’ bene ricordare che più difficile risulta da risolvere un singolo blocco, più energia elettrica viene consumata, rendendo leggermente più sconveniente l’estrazione (e la produzione) di Bitcoin.
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