Esistono dei Bitcoin fisici?
Bitcoin fisici: chimera o realtà? I termini criptovalute, monete digitali, blockchain, sono ormai diventati di uso comune, o quasi, per la maggior parte delle persone: basti pensare, ad esempio, al risalto datogli nei media in seguito ai tweet di Elon Musk.
Ma c’è però un particolare tipo di Bitcoin che è ancora sconosciuto ai più: il Bitcoin fisico.
Di primo acchito, accostare l’aggettivo “fisico” ad un Bitcoin può suscitare delle perplessità, addirittura può apparire quasi come un’eresia, in quanto pensare ad un Bitcoin fisico può sembrare antitetico all’essenza stessa del Bitcoin. Come è ormai ben noto, infatti, le criptovalute sono monete digitali che esistono, ovviamente, solo in forma digitale, per l’appunto, trattandosi di informazioni memorizzate su una blockchain e che pertanto, quindi, non hanno una massa fisica.
Cosa sono i Bitcoin Fisici?
Cosa si intende, allora, quando si parla di Bitcoin fisici o di criptovalute in moneta? Con il termine “Bitcoin fisico” ci si riferisce a una moneta in ottone, un gettone, con impresso il logo dei Bitcoin, a cui è assegnato un valore digitale, corrispondente a uno specifico account Bitcoin. Un oggetto a metà tra l’utile e il pezzo da collezione, che si sta lentamente diffondendo tra gli amanti del mondo crittografico.
Il valore della moneta non è intrinseco all’oggetto fisico, ma deriva dalla sua associazione ad un indirizzo specifico. Infatti, le monete in questione sono da considerarsi come dei contenitori per le chiavi digitali dei conti a cui vengono collegate: all’esterno della moneta si trova un codice di otto caratteri che indica le prime otto cifre di un indirizzo Bitcoin, che è stato preventivamente associato al gettone in questione.
All’interno del gettone, invece, si trova la chiave privata del conto Bitcoin associato: la chiave è incorporata in una scheda protetta da un ologramma anticontraffazione. Per utilizzare il valore associato alla moneta basta che il proprietario utilizzi i codici trovati nel gettone, importandoli direttamente nei client Bitcoin o in scambi, come blockchain.info. Per vedere la chiave è necessario rimuovere l’ologramma: questo permette di capire immediatamente se la moneta è stata violata o è integra, poiché una volta rimosso il sigillo, risulta un motivo a nido d’ape, che rende chiaro che la moneta è stata aperta.
Il sistema di anticontraffazione è estremamente sensibile, rendendo sicuro l’acquisto e la transazione del Bitcoin fisico. Resta inteso, ovviamente, che serve fiducia nel produttore della moneta, dando per assodato che la chiave privata sia unica e che non ne sia stata conservata una copia. Anche questo aspetto si pone in netta contrapposizione con la filosofia stessa delle criptovalute per cui la chiave è assolutamente unica e privata, mai ceduta.
I Bitcoin Casascius
I Bitcoin fisici più famosi sono certamente i Casascius. Il Bitcoin Casascius è stato creato da Mike Caldwell, un informatico americano, residente nello stato dell’Utah, appassionato di criptovalute. Tra il 2011 e il 2013 Caldwell ha coniato quasi 3.25 miliardi di dollari in Bitcoin Casascius: un miliardo e mezzo di queste monete risultano ancora non spese.
L’idea di creare un Bitcoin fisico gli venne per poter dimostrare, o meglio spiegare più facilmente, cosa fosse una criptovaluta: voleva mettere concretamente un Bitcoin dentro una moneta, stampando la chiave privata di un wallet in un foglietto, che sarebbe poi stato sigillato all’interno dei due dischi del gettone. In questo modo il valore e la moneta avrebbero combaciato perfettamente. Dopo una serie di tentativi Caldwell realizzò il Casascius come lo conosciamo oggi, con l’ologramma, nei tagli di 5, 10, 25 Bitcoin e 100, 500, 1000 Bitcoin, in questo caso placcati in oro.
I Casascius suscitarono da subito interesse tra gli appassionati, diventando veri e propri oggetti da collezione. Infatti l’attenzione generata dai Casascius era dettata più dalla loro rarità (come per i Bitcoin digitali, anche quelli fisici sono da considerarsi risorsa limitata: sono acquistabili solo quelli già prodotti e non ne verranno realizzati altri) e dalla volontà dell’acquirente di possedere la rappresentazione fisica del Bitcoin, rispetto al valore stesso di utilizzo. I Bitcoin fisici vengono infatti venduti ad un valore anche superiore rispetto al corrispondente valore di Bitcoin associati al gettone.
Esistono anche altri Bitcoin fisici, come i BTCC Mint di Bobby Lee o i Danarium.
Con le regolamentazioni sempre più stringenti sulla creazione e lo scambio di valuta e il valore crescente dei Bitcoin, i Bitcoin fisici hanno smesso di essere prodotti, rendendo quelli rimasti invenduti rari e preziosi per i collezionisti. Inoltre, rappresentano un pezzo di storia delle criptovalute, un po’ come è successo con la famosa pizza pagata uno sproposito.
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