Come il Bitcoin rende meglio di qualsiasi valuta
Bitcoin, lo sappiamo bene, sta vivendo –in questo 2020 così complicato e drammatico – quasi una seconda giovinezza, non certo al pari del suo fantastico 2017 (quando l’ascesa di BTC sembrava non avere fine) ma senza dubbio molto positivo, con apprezzamenti continui e rivalutazioni evidenti.
L’elemento chiave che ci permette di inquadrare l’annata favorevole della regina delle criptovalute, oltre al prezzo in sé, è costituito dal confronto tra le prestazioni di BTC e le varie monete del mondo.
Un confronto implacabile
Negli scorsi giorni, infatti, ha fatto rumore -nel settore crittografico- l’analisi effettuata su Twitter dall’utente DriftwoodPalace, che si è preso la briga di confrontare l’andamento di Bitcoin in relazione a quello delle altre monete del pianeta.
L’analisi risulta implacabile a favore di Bitcoin: la criptovaluta, infatti, ha registrato sinora aumenti compresi tra il 50% e il 128% rispetto alle principali monete del mondo.
Dal primo gennaio ad oggi, ad esempio, Bitcoin, rispetto al dollaro USA, è cresciuto del 66,5%; se confrontato con l’Euro, invece, l’aumento è pari al 57,3%, sino ad arrivare al Real Brasiliano, che Bitcoin ha metaforicamente affondato, con un guadagno pari al 128,4%.
La componente inflazionaria
Ma come è possibile che Bitcoin si sia apprezzato così tanto rispetto alle altre monete del mondo? La domanda sorge spontanea, dal momento che –come detto- non stiamo vivendo una “bull run” simile a quella di tre anni or sono.
La risposta, molto probabilmente, sta nella svalutazione e negli alti tassi di inflazione di alcune monete del mondo. Per esempio, nel 2019 il peso argentino ha registrato un’inflazione del 53,9%, il valore più alto degli ultimi 30 anni.
Situazione simile se non peggiore per il Venezuela, che sta vivendo un periodo di iperinflazione totalmente fuori controllo (tentando peraltro di arginare il fenomeno anche con l’utilizzo di monete elettroniche).
Del resto, l’abbiamo visto con grande attenzione, il Bitcoin è una moneta pressoché immune ai fenomeni inflazionistici: qualche mese fa, con l’halving, si è autonomamente ridotta la distribuzione di BTC, mantenendone di fatto il valore prospettico.
Bitcoin 2020: crollo e ripresa
E’ importante ricordare come, nel marzo 2020, anche Bitcoin crollò in concomitanza dell’esplosione della pandemia covid. E anzi, crollò proprio in modo fragoroso, perdendo più di qualsiasi asset o indice azionario, accusando un crollo del 65%, col valore che aveva toccato addirittura 3.596$.
Poi, però, in linea con le grandi variazioni tipiche dei prodotti crittografici, BTC ha guadagnato nelle settimane successive qualcosa come il 244%, attestandosi ora attorno a quota 12.400$.
Fenomeno confermato dalle parole dello stesso analista di Twitter:
“Bitcoin è crollato più di qualsiasi altra commodity o indice all’inizio dell’anno. Pochi indici o asset hanno recuperato queste perdite. Nel frattempo, da metà febbraio Bitcoin è in profitto rispetto a tutte le valute. Dal 6% in Svezia al 50% in Brasile e Zambia.”
E non finisce qui..
I dati a favore di Bitcoin, quindi, risultano impressionanti da tanto positivi.
Con il covid che (purtroppo) non solo non accenna a fermarsi, ma potrebbe prepotentemente ritornare nel prossimo inverno, si potrebbe palesare un nuovo periodo di incertezza economica, corrispondente ad una debolezza del dollaro USA. E se questo dovesse accadere, come visto nei primi mesi del 2020, non ci sorprenderemmo di fronte ad un’altra spaventosa crescita di BTC nei confronti delle monete di tutto il pianeta.
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