Chi e’ Satoshi Nakamoto?
Una delle figure più oscure nel mondo delle criptovalute è anche una delle principali: il creatore della Blockchain, Satoshi Nakamoto. Andiamo per gradi, così da capirne meglio l’importanza.
Se apriamo Wikipedia e cerchiamo il termine “Single point of failure” scopriamo che significa letteralmente “singolo punto di vulnerabilità, il cui malfunzionamento può portare alla cessazione del servizio da parte del sistema”.
La mancanza di “singoli punti di vulnerabilità” è uno dei tratti vincenti di Bitcoin: cioè??
Prendiamo ad esempio la famosissima criptovaluta Ethereum, noi sappiamo che il suo inventore e sviluppatore principale è il giovane informatico russo Vitalik Buterin, ma cosa succederebbe se ad esempio Vitalik venisse a mancare? È assai probabile che l’intera infrastruttura di Ethereum risentirebbe del forte contraccolpo, quantomeno e senza dubbio, sul mercato, perché dilagherebbe un forte sentimento di incertezza tra gli investitori.
Questa cosa non potrà mai avvenire con Bitcoin, perché, chi sia Satoshi Nakamoto rimane ad oggi un mistero, e con la sua identità anche le vicende che lo riguardano. Ecco che così non esiste quel singolo punto di vulnerabilità che se smosso può far tremare il castello, a favore di una vera rete digitale tra contribuenti eguali tra loro e che non ha ambasciatori o figure pseudo apicali alle quali “doversi affidare”.
Breve excursus sulla figura di Satoshi
Nell’ormai lontano 2008 in un sito web per appassionati di criptografia (metzdowd.com) irrompe un utente registratosi con lo pseudonimo di “Satoshi Nakamoto” il quale pubblica per la prima volta un whitepaper intitolato “Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System”. In quella prima fase subito successiva alla pubblicazione, Satoshi partecipa attivamente alla vita di community, sia rispondendo ai post nei forum online che alle email dirette al suo indirizzo di posta (reso da lui stesso pubblico). Satoshi chiedeva anche aiuto ai vari appassionati di crittografia su come poter migliorare questo nuovo sistema chiamato “Blockchain”. Molti crittografi tuttavia al tempo ignorarono le idee trascritte su quel whitepaper, tranne un noto programmatore americano di nome Hal Finney, che le prese sul serio ed accettò di collaborare con Satoshi. Hal fu il primo a ricevere una transazione in Bitcoin della storia.
Improvvisamente nel 2011 Satoshi dichiara di aver cominciato a lavorare su “altri progetti” e subito dopo scompare del tutto dalla circolazione. Di lui non si avrà più alcuna traccia.
Indiziati
La figura di Satoshi diviene così leggenda, se non altro per i famosi “Satoshi Coins”: un milione di BTC che ha personalmente minato egli stesso e che ora più nessuno (se non lui) è in grado di movimentare. Tralasciando le similitudini con Gold Roger di One Piece, la storia di Nakamoto ha mosso speculazioni sulla sua reale identità che tuttora interrogano il mondo intero. Il quesito resta ad oggi senza soluzione ma possiamo provare a muovere delle ipotesi.
L’indiziato numero 1 è certamente lo stesso Hal Finney di cui accennavamo. Quando si ammalò drammaticamente di SLA proprio nel 2011 Satoshi contestualmente scomparse dai radar. Un giornalista di Forbes che era arrivato alle medesime conclusioni si precipitò a casa sua nel 2014 per intervistarlo, ma lo trovò in una sedia a rotelle incapace di formulare frasi di senso compiuto. Greenberg gli chiese a bruciapelo se fosse il vero Satoshi Nakamoto, gli occhi del crittografo brillarono ma rispose un flebile “no”. Poco dopo Hal venne a mancare.
Nick Szabo che in precedenza aveva già teorizzato “Bitgold” -vero e proprio precursore di Bitcoin- è un’altra figura fortemente sospettata. Giocano a suo favore le pesanti similitudini tra Bitgold e Bitcoin, ed inoltre, la figura brillante e capace di Nick lo renderebbe il più papabile creatore della Blockchain. Nick tuttavia sin dall’inizio ha sempre smentito fortemente questa ricostruzione.
Nel 2015 l’australiano Craig Steven Wright si autoproclama pubblicamente Satoshi. Finalmente no? Egli assicura che al fine di dimostrarlo sarebbe addirittura in grado di esibire la chiave privata utilizzata per la prima transazione con Hal Finney. Nel giro di poche ore la polizia federale australiana irrompe sia a casa sua che nel suo ufficio, perquisendo tutto da cima a fondo. Ad oggi Craig non ha ancora fornito una singola prova che sorregga le sue affermazioni e nell’ambiente cripto ormai più nessuno gli dà alcuna credibilità, al punto che viene dai più etichettato come “faketoshi” (falso-toshi).
Considerazioni finali
Ricollegandoci anche all’apertura di quest’articolo relativa ai single points of failure forse è meglio che l’identità di Satoshi resti per sempre un mistero. Per quel che ne sappiamo egli potrebbe essere ancora vivo o addirittura morto come il collega Finney. Si ritiene comunque probabile, che “Satoshi Nakamoto” sia stato un pseudonimo utilizzato da un gruppo di crittografici e non da una singola persona. Magari chi lo sa, all’interno del gruppo c’erano davvero anche Nick e Hal.
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