Bitclout, il (controverso) social network delle criptovalute
Che i Bitcoin e il mondo della blockchain non siano più solo puro appannaggio di nerd e investitori è ormai un fatto dato per assodato. Le applicazioni di questa tecnologia e delle criptomonete ha letteralmente coinvolto ogni settore, dalla moda all’automotive, dagli acquisti online al mattone.
Inoltre, anche chi non ha magari esperienza diretta con l’acquisto di Bitcoin, sia in ottica investimento che con l’intento di utilizzarli per acquisti o transazioni, ne ha però sentito parlare, arrivando ad acquisire comunque una certa dimestichezza con i concetti. Questo, è dovuto principalmente al grande risalto che le cripto stanno vivendo in questi anni, anche su tv e giornali: se non si vuole restare esclusi dalle conversazioni e venire tacciati di come disinformati è impensabile non sapere almeno i concetti fondamentali legati al mondo della blockchain.
Partendo da questi presupposti viene facile immaginare l’esigenza di realizzare un social network basato sulle criptovalute e sulla blockchain, per poter interagire tra utenti, ma anche per poter allargare il proprio wallet digitale. In questo contesto, quindi, si va a inserire Bitclout, un vero e proprio ponte digitale tra i social network come siamo abituati a conoscerli e le monete elettroniche.
Andiamo dunque a scoprire meglio questa nuova realtà.
Che cos’è Bitclout e come funziona
Quando si parla di Bitclout, ci si riferisce a una piattaforma digitale che integra l’anima dei social network all’essenza delle criptovalute. Il fondatore e ideatore del progetto è DiamondHands, nickname di Nader Al-Naji, già noto nell’ambito delle cripto, ex dipendente di Google con una laurea a Princeton, mentre tra i sostenitori del progetto troviamo Coinbase e Blockchain.com.
Come già anticipato, l’intento di Bitclout è quello di creare una connessione tra la dinamicità e il sentimento di community legato ai social network, e il carattere finanziario e in parte speculativo delle monete elettroniche. Il riferimento social di questa piattaforma è certamente Twitter: ovviamente la tecnologia di supporto è la blockchain, che prevede la non necessità di un ente centrale a controllo dei contenuti, a differenza dei social tradizionali. Ma andiamo a analizzare più nel dettaglio il funzionamento di questo social così atipico.
Ad ogni profilo aperto nella piattaforma Bitclout viene associata una moneta elettronica, acquistabile da chiunque: queste monete sono denominate token BitClout e hanno un valore che varia a seconda della social reputation associata al profilo a cui sono legate. In altre parole, un token ha tanto più valore quanto più ha valore la persona legata al profilo social di riferimento. In questo modo, è l’utente stesso ad attribuire valore economico e reale alla criptovaluta abbinata al proprio profilo. Questo perché si presuppone che quanto più una persona è conosciuta e stimata, quanto più il pubblico vorrà acquistare la moneta del suo profilo. Il valore delle cripto monete, comunque, è volatile nel tempo: qualora la reputation aumentasse, crescerebbe anche il valore associato alla moneta, mentre qualora la reputazione della persona dovesse subire qualche contraccolpo, anche il valore monetario diminuirebbe. Inoltre, più una moneta viene acquistata, più acquista valore: in questo modo è possibile, ad esempio, sostenere artisti emergenti, facendone crescere la popolaità.
Al momento tra i personaggi più influenti su Bitclout troviamo, e non è certo una sopresa, Elon Musk.
Pareri discordanti sul social Bitclout: tra elogi e controversie
Non solo parere positivi, però su questa piattaforma. Sono infatti emerse alcune controversie che rendono il progetto ambiguo, seppur accattivante.
Ad esempio Bitclout ha inserito all’interno della piattaforma profili di personaggi famosi senza il loro consenso: è pur vero però, che il proprietario ne può rivendicare l’account, con un semplice Tweet in cui viene resa pubblica la chiave Bitclout, potendo così percepire parte dei profitti generati dalla moneta legata al profilo.
C’è poi anche un aspetto etico legato alla commercializzazione dell’immagine e della notorietà delle persone, pur ammettendo che è comunque la base di ogni social network, vedasi il continuo proliferare di influencer e affini.
Infine, non è ancora chiaro dove si possa generare davvero il guadagno, dal momento che per acquistare le monete di Bitclout servono Bitcoin, ma non è possibile, poi, scambiare queste monete nuovamente con altri Bitcoin.
Tuttavia, i presupposti per la riuscita del progetto sembrano esserci: vedremo se il social network delle criptovalute avrà successo nel tempo.
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